Dopo anni e pareri di esperti tutti a favore del Web 2.0, della collaboratività online e della condivisione di immagini, idee, pareri, foto, audio e video, vale la pena soffermarci sulla visione pessimistica e contraria di Andrew Keen, autore del libro The Cult of the Amateur (qui è possibile leggere brani dell’opera, in inglese), oggi disponibile in lingua italiana con il titolo Dilettanti.com, pubblicato da De Agostini. Avrei lasciato la recensione nella pagina “Per un pugno di libri e siti”, ma è doveroso pubblicarla in prima pagina.
Andrew Keen è il nemico pubblico numero 1 di Wikipedia, dei blog e della teoria della “coda lunga” formulata da Chris Anderson, direttore della rivista Wired. In sintesi, per Keen “Internet sta uccidendo la nostra cultura. Il Web 2.0 è la più grande esplosione dell’esibizionismo di massa nella storia dell’umanità”, aggiungendo che “distrugge l’economia contemporanea”. Ovviamente, penso tutto il male possibile della posizione negativa di Keen, ritenendola una difesa delle rendite di posizione e della non democratizzazione della cultura, in considerazione della possibilità di aggiungere e modificare contenuti nella rete, aldilà di quanto già immesso – da altri. Internet è quel che è la società che lo esprime, semplice. Se la cultura viene meno a se stessa è riflesso delle persone che la esprimono.
C’è molto da discutere e lascio spazio agli Amici e Visitatori del blog.
Qui sotto un’intervista esplicativa a Keen (in lingua inglese):