Tempo fa si chiamava “OilProject” ed era una piattaforma e-learning italiana sulla quale era possibile seguire lezioni virtuali tenute da docenti ed esperti, condividere appunti e altro materiale, confrontarsi e decidere i prossimi argomenti da approfondire.
Adesso Oilproject ha cambiato nome ed è diventata “WeSchool“, arrivando a formare una grande comunità didattica e continua a costituire un aggregatore in stile YouTube di lezioni e letture di tesine. WeSchool si propone l’ambizioso obiettivo di essere il punto di riferimento per la condivisione online di tutte le lezioni tenute nelle scuole e nelle università iniziativa che ritengo assai meritevole e interessante, portata avanti a suo tempo col titolo di “OilProject“, oggi diventato “WeSchool“, che ha l’obiettivo la condivisione e fruizione di lezioni online, di argomenti di varia natura, pressoché tutti trattati da famosi esperti e scrittori.
“WeSchool‘ è sostanzialmente due cose:
– Una scuola in diretta online di attualità in cui è il pubblico, attraverso un sondaggio, a decidere di cosa parlare.
I talkshow-lezioni sono interattivi e non moderati: il relatore, semplicemente, risponde alle domande più votate, e cioè a quelle che riscuotono più interesse. La Scuola d’Attualità è realizzata con il supporto dei principali gruppi studenteschi italiani. A scegliere i relatori è un gruppo di persone (vietato dire “comitato scientifico”). La qualità delle lezioni è giudicata dal pubblico attraverso votazioni e meccanismi di valutazione fra pari.
– Inoltre WeSchool è una piattaforma didattica a tutti gli effetti, nel 2020 sostenuta da TIM, gratuita e aperta a docenti e studenti, diventata ormai insostituibile per mantenere la relazione didattica al meglio possibile e nel modo più semplice disponibile. Una volta creato l’account vi è lo spazio digitale aperto a docenti e studenti, con “gruppi di lavoro” che fungono da classe vera e propria, ciascuno dotato di ‘Aula virtuale’/Live (ovvero strumento di video-conferenza attraverso il software libero Jitsi Meet).
Categoria: Scuola
Navigare nel web con Symbaloo
Symbaloo è un servizio web che mette a disposizione una pagina di raccolta con tutti vostri siti internet preferiti. L’intento dichiarato è aiutare l’utente a consultare i siti web in modo facile e rapido grazie a una visione d’insieme di tutti i link desiderati, con una interfaccia visiva che li metta a disposizione tutti assieme.
In altre parole, Symbaloo è una raccolta visiva di tutti i vostri “bookmark” che normalmente sono elencati dal browser in uso e questi siti preferiti appariranno organizzati sulla schermata principale sotto forma di icone disposte variamente come nella figura:
La pagina-interfaccia riassuntiva sarà dunque accessibile ovunque e attraverso qualsiasi dispositivo, fisso e mobile, tablet e smartphone, secondo il principio della “nuvola” o cloud. E’ interessante vedere anche che una volta registrati su Symbaloo, la piattaforma cercherà automaticamente di precaricare i link ai siti più conosciuti e visitati ultimamente anche da voi.
L’interfaccia di Symbaloo è disponibile in moltissime lingue e la registrazione è una procedura rapida e semplice.Inoltre, Symbaloo è nato come piattaforma di apprendimento collaborativo, per cui è possibile condividere tutti i link e le pagine web, nonché la strutturazione specifica di quel percorso di conoscenza e informazioni (o webmixes). E’ come se mettessimo su carta tutte le associazioni mentali che ci hanno portato a elaborare quel percorso di apprendimento e/o saperi. La piattaforma comprende automaticamente il servizio per strutturare le lezioni e progetti formativi (“Lesson plans”).
Symbaloo è anche in versione PRO, a pagamento, come si può vedere nella tabella sottostante e si configura come vera e propria piattaforma di apprendimento polivalente, in grado di gestire una classe (fino a 100 studenti), una scuola (fino a 250) o addirittura oltre 250 e i prezzi non sembrano eccessivamente alti.
E’ possibile inserire il Symbaloo Webmix nel proprio blog, spazio wiki o sito web, così come si interfaccia bene con un aggregatore di notizie e feed RSS, i vari social networks, ecc.
Infine, un account di SymbalooEDU (Edu.symbaloo.com) avrà i “Webmix” pre-installati e questi sono continuamente aggiornati con notizie ed elementi dei siti educativi più importanti, raccomandati e quindi garantiti dai “Symbaloo Certified educators“.
La Classe del XXI Secolo
Come sono l’insegnamento e l’apprendimento del XXI secolo? Come si configura la classe del XXI secolo?
Come deve essere ridisegnata per ospitare una didattica innovativa? Gli spazi, i banchi, le sedie, i posti occupati dalle persone, gli strumenti, la disposizione reciproca di tutti questi elementi, non sono affatto irrilevanti. Basta introdurre Lim e tablet perché il problema dell’innovazione didattica abbia la sua risposta definitiva in termini di efficacia e di qualità? Evidentemente no, specie se noi e i nostri alunni abbiamo bisogno di stare bene, trascorrere tempo e occupare spazi che siano gradevoli, affinché l’apprendimento sia effettivo.
Una configurazione come quella dell’immagine precedente è già presente, io la vivo normalmente a scuola, che è un edificio nuovo e ben tenuto. Ecco perché c’è bisogno di trasformare l’aula in un ambiente di apprendimento: uno spazio che sia l’insieme di qualità di vita e di efficacia didattica. Ciò è possibile se consideriamo questi esempi dagli USA e in voga in vari altri Paesi, dalla Scandinavia all’Australia. Forse, qualcosa che NON assomigli proprio all’idea di scuola tradizionalmente intesa finora?
Google Classroom
Classroom è disponibile per chiunque abbia un account Google Apps for Education, una suite gratuita di strumenti per la produttività che include Gmail, Drive e Documenti Google.
Classroom è progettato per aiutare gli insegnanti a creare e raccogliere i compiti senza ricorrere a supporti cartacei e include funzionalità che consentono di risparmiare tempo, come la possibilità di creare automaticamente una copia di un documento Google per ogni studente. Il programma crea inoltre cartelle di Drive per ogni compito e per ogni studente per aiutare tutti a essere più organizzati.
Gli studenti possono tenere traccia dei compiti in consegna sulla pagina Compiti e iniziare a lavorare con un solo clic. Gli insegnanti possono vedere rapidamente chi ha svolto i compiti e chi no, fornire feedback in tempo reale e assegnare voti direttamente in Classroom.
Vediamo adesso quali sono i potenziali e grandi vantaggi di Google Classroom:
– Facilità di configurazione. Gli insegnanti possono aggiungere gli studenti direttamente o condividere un codice con la classe, che gli studenti possono usare per registrarsi. Bastano pochi minuti per la configurazione.
– Risparmio di tempo. Il flusso di lavoro dei compiti, semplice e senza documenti cartacei, consente ai docenti di creare, rivedere e valutare rapidamente i compiti, tutto nello stesso posto.
– Organizzazione più efficiente. Gli studenti possono vedere tutti i loro compiti nella pagina dei compiti e tutti i materiali per la classe sono archiviati automaticamente in cartelle di Google Drive.
– Comunicazioni più efficaci. Classroom consente agli insegnanti di inviare annunci e di avviare discussioni con la classe in tempo reale. Gli studenti possono pubblicare post nello stream e aiutare così i loro compagni.
– Conveniente e sicuro. Come il resto dei servizi di Google Apps for Education, Classroom non include annunci promozionali, non utilizza mai i tuoi contenuti o i dati degli studenti a fini pubblicitari e viene offerto gratuitamente alle scuole.
Ricerca: Più bravi con la LIM (Lavagna Interattiva)?
Il post di oggi mi è suggerito dalla lettura di un articolo di Alessia Rastelli dal titolo “Studenti più bravi con la lavagna interattiva“, comparso ne “Il Club della lettura”, il supplemento culturale domenicale del Corriere della Sera. L’articolo prende le mosse da una ricerca condotta da GF Eurisko per conto della casa editrice Pearson-Longman, che fa il punto sulla “rivoluzione digitale” indotta dall’introduzione della LIM a scuola.
La ricerca è quindi uno studio condotto da Elena Cappelletti, psicologa e direttrice di ricerca nell’Area media, basato sulle interviste online a 333 docenti della scuola secondaria di primo grado (la vecchia Scuola Media) che insegnano in istituti dotati della lavagna interattiva multimediale, la cosiddetta Lim. Nella premessa si dichiara che sono «Professori che costituiscono un campione rappresentativo perché equamente suddivisi per regioni geografiche e per discipline insegnate», per conferire maggiore validità e dignità scientifica allo studio medesimo. In sintesi, lo studio sottolinea la capacità di maggiore concentrazione e creatività.
Da parte mia posso premettere di adottare sia libri di testo della Pearson-Longman, che di conoscere e usare, di tanto in tanto, il materiale digitale accluso a questi testi. Molto più raramente uso la LIM. Il motivo è presto detto: aldilà delle ristrettezze economiche delle singole istituzioni scolastiche, uno degli ostacoli maggiori è rappresentato dall’assoluta non omogeneità degli standard tecnologici messi a disposizione. In poche parole, tu cerchi di azionare il LimBook e non succede nulla di nulla perché gli apparati tecnologici presenti non riconoscono il Dvd: davvero curioso, vero? In pratica, l’unica maniera di potere procedere è di ricorrere alla versione in vecchio formato PDF, che accompagna sempre qualsiasi roba su LimBook. A questo punto, ci si chiede: se il PDF riproduce le modalità (statiche) del vecchio libro di testo, qual è il valore aggiunto del LimBook medesimo?
Una piccola notazione: a mio modesto parere è molto inopportuno che una casa editrice che pubblica LIMBooks paghi una ricerca per sapere e chiarire quant’è bella la LIM medesima. Al mio paese si chiama “conflitto d’interesse”.
Digital Textbooks in 5 Years in the USA/ Libri digitali entro 5 anni
The Digital Textbook Playbook is a guide to help K-12 educators and administrators advance the conversation toward building a rich digital learning experience. This Playbook offers information about determining broadband infrastructure for schools and classrooms, leveraging home and community broadband to extend the digital learning environment, and understanding necessary device considerations. It also provides lessons learned from school districts that engaged in successful transitions to digital learning. This picture illustrates the four major guideposts for educators:
The Playbook is the output of the Digital Textbook Collaborative, a joint effort of industry stakeholders, school officials and nonprofit leaders to encourage collaboration across the ecosystem, accelerate the development of digital textbooks and improve the quality and penetration of digital learning in K-12 public education. The collaborative was convened by the Federal Communications Commission and the U.S. Department of Education and builds upon the FCC’s National Broadband Plan and the Department of Education’s National Education Technology Plan.
Italiano:
L’amministrazione USA del presidente Obama ha proclamato l’obiettivo ambizioso di migrare tutti i libri di testo degli studenti al formato digitale entro il 2017. L’iniziativa è stata battezzata “Digital Textbook Playbook“. Sarà solo il clima da promesse elettorali? Per qualcuno il piano è giudicato difficile da portare a termine in soli 5 anni. Di sicuro tutti sappiamo quanto i libri di testo cartacei siano pesanti per bambini e ragazzi, a maggior ragione per gli italiani che tradizionalmente se li sono sempre dovuti portare a casa, non avendo neppure i pratici armadietti che si vedono nelle high school dei telefilm americani. Al problema del peso si somma anche quello della rapidità con cui le edizioni si susseguono, non senza malizia da parte degli editori che sono perennemente interessati a spennare un pubblico indifeso.
Obama e i suoi sono stati piuttosto aperti nel descrivere la loro intenzione di cambiare pagina, esprimendosi in tal senso già nella conferenza sullo Stato dell’Unione l’anno scorso. Da allora è stato anche diffuso un pamphlet intitolato Digital Textbook Playbook, che esamina i benefici del piano di digitalizzazione ed i suoi costi (come ad esempio la creazione di una struttura broadband per tutte le strutture scolastiche). Secondo gli esperti, i libri digitali renderebbero gli studenti capaci di imparare più in fretta, e di approfondire gli argomenti con un tocco, di fatto di rivoluzionare il modo di intendere l’apprendimento.
SideVibe: Turning Webpages into Lessons/ Trasformare siti web in risorse didattiche
The Web is the richest source of content for educators and SideVibe enables teachers to create learning activities on the screen in direct proximity to Web content without the problems of paper handouts or 3rd party Web systems like BLOGs and Wikis. Student thinking in context is captured providing for more focussed attentive and productive responses. As well, teachers can easily gather, view, assess and respond to all student responses through their secure SideVibe Website, providing teachers with faster, more effective methods for online feedback.
SideVibe is a breakthrough Web technology that allows anyone, for example a teacher, to create Web based online activities, pose questions or even host threaded discussions that can literally float over any Web page. All the user activity and interactions are collected at the SideVibe Website where teachers can use our Feedback tools to read, assess and respond back to a student or ad hoc gourp of students.
In Italiano:
E’ possibile trasformare parte o interi siti web in lezioni e risorse didattiche quasi ‘pronte all’uso’? A dire il vero, è il sogno di molti noi insegnanti cui non difetta l’ingegno e lo spirito critico, ma che non sempre abbiamo il tempo necessario per dare sfogo a tutta la creatività e alla pianificazione dovute. Ecco allora che m’imbatto in SideVibe, un sito web cui è possibile registrarsi – versione Basic gratuita – sia da parte dello studente che del docente e che potrebbe servire allo scopo. Provare per credere e divertirsi… Per completezza d’informazione, SideVibe permette di registrare anche i propri studenti, cosicché si forma una vera e propria comunità didattica di apprendimento, protetta ed efficace.
OilProject: La scuola di tutti
Oggi scopro e volentieri diffondo questa iniziativa che ritengo assai meritevole e interessante, portata avanti col titolo di “OilProject“, che ha l’obiettivo la condivisione e fruizione di lezioni online, di argomenti di varia natura, pressoché tutti trattati da famosi esperti e scrittori. Di seguito riporto le testuali parole di presentazione, tratte dal sito originale di OilProject: “Oilproject, adesso, è sostanzialmente due cose: – Una scuola in diretta online di attualità in cui è il pubblico, attraverso un sondaggio, a decidere di cosa parlare. I talkshow-lezioni sono interattivi e non moderati: il relatore, semplicemente, risponde alle domande più votate, e cioè a quelle che riscuotono più interesse. La Scuola d’Attualità è realizzata con il supporto dei principali gruppi studenteschi italiani. A scegliere i relatori è un gruppo di persone (vietato dire “comitato scientifico”). – Il primo “YouTube” dedicato alla formazione. Chiunque può registrare lezioni, letture di tesine, ricerche, interventi e inviarli in formato audio/video a Oilproject. Il sogno è che entro dieci anni tutte le lezioni tenute nelle scuole e nelle università pubbliche vengano condivise online a beneficio, ad esempio, di chi vive in zone con una scarsa offerta didattica, combattendo così il digital divide culturale italiano. La qualità delle lezioni è giudicata dal pubblico attraverso votazioni e meccanismi di valutazione fra pari.
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La comunità. Nel 2004 un gruppo di ragazzi si incontra in un forum online di tecnologia. Ad uno mancano i soldi per iscriversi a un corso di programmazione in una scuola milanese, un altro non vede l’ora di insegnare a usare programmi di fotoritocco, un terzo è esperto di sistemi Linux, l’ultimo crea siti web. E allora decidono di farsi da soli una scuola non convenzionale in cui ognuno, semplicemente, può raccontare quello che sa a chi lo vuol star ad ascoltare. La comunità è composta da migliaia di utenti di tutte le età decisi a condividere le proprie conoscenze e imparare dalle esperienze altrui sfruttando le tecnologie più dinamiche. I docenti di una lezione sono anche gli studenti di un’altra: non c’è netta distinzione tra chi insegna e chi impara. Chiunque può rivolgere domande in diretta web e votare quelle altrui. Oggi gli insegnanti hanno dai 14 ai 75 anni. A volte sono perfetti sconosciuti, a volte sono intellettuali, imprenditori, esponenti politici, scrittori o scienziati. Tutti uniti per sperimentare la formula del Liberi di imparare, liberi di insegnare.
Storybird: Visual (beautiful) Storytelling
Storybird is a service that makes it simple for families and friends to create short, visual stories together that they can share and print. For artists and writers, Storybird seems to be next-generation publishing: global, viral, and instantaneous.
At school applications of Storybird appear very intriguing and interesting, especially if teachers elicitate students’ creativity and let them go on inventing. Everything is simple and effective.
In Italiano:
Oggi ho ritrovato Storybird, un bel servizio (gratuito) ed efficiente per elaborare e creare storie in modo visivo, dal sicuro effetto. L’utente (e i gruppi possono essere formati da un massimo di 30 membri), utilizzando le tecnologie digitali, l’impatto visivo, mentre la creatività elaborativa dà forma alla scrittura creativa. Con Storybird l’utente può inserire qualsiasi tipo d’immagine e quindi scrivere le didascalie e le storie appropriate. Davvero molto interessante e coinvolgente.
Viaggio virtuale nei musei del mondo con Google
Premetto, per onestà, di avere tratto l’ispirazione di questo post dalla lettura di un articolo comparso su Il Messaggero di Roma a inizio di febbraio e che riproduco in parte. Spero che questo possa fare apprezzare maggiormente la bellezza artistica e la voglia di conoscenza.
“Fra le missioni di Google non c’è solamente di trovarvi la migliore ricetta per fare il risotto ai funghi, o informazioni su come combattere il raffreddore o le ultime notizie sulla rivolta in Egitto: il gigante di Internet ha tra i proprio scopi anche quello di digitalizzare la massima parte possibile della cultura umana. Una scommessa gigantesca. Che di quando in quando compie un nuovo passo avanti. Proprio ieri, a Londra, la società californiana ha presentato il primo “capitolo” di un nuova straordinaria creazione: la visita in alta definizione all’interno di alcuni dei più noti e amati musei del mondo.
Nel sito googleartproject.com si aprono le porte dei primi 17 musei che hanno collaborato con la società di Mountain View. C’è la Tate Modern di Londra, dove il progetto è stato presentato alla stampa, e il Moma di New York, l’Hermitage di San Pietroburgo e il Rijksmuseum di Amsterdam. E ci sono gli Uffizi di Firenze: «Gli Uffizi sono il museo più vecchio del mondo – ha spiegato la direttrice Cristina Acidini – ora il nostro Museo può essere visto dovunque, a ogni ora». E non sarà il solo museo italiano a venire proiettato nell’universo digitale: Google continuerà ad ampliare il sito dedicato ai musei e includerà anche il Museo Capodimonte a Napoli, la Galleria Nazionale d’Arte Antica di Palazzo Barberini, la Galleria Borghese di Roma e la Pinacoteca di Brera di Milano.
Allo stato attuale, Google ha applicato agli interni dei musei la stessa tecnologia già sperimentata per la Street View. Si può cioè entrare dentro le stanze dei musei, e guidando i propri spostamenti con il mouse del computer ci si può avvicinare ai quadri, guardarli da vicino, godendo dell’alta risoluzione che li rende limpidi come mai era accaduto prima. In totale i quadri presenti in queste gallerie virtuali sono oltre mille, in 385 stanze, e 17 sono riprodotti al livello di “gigapixel”, cioè ad altissima risoluzione e un livello di chiarezza superiore a quello della migliore macchina fotografica digitale oggi esistente. Agli Uffizi, l’onore dell’altissima definizione è andata alla “Nascita di Venere” di Botticelli.”